L’isolotto a circa due miglia da Panarea: storia, foto, litografie, com’era e come è oggi.
Basiluzzo oggi
(di Marco Anzidei)
Chiunque visiti Panarea, non può fare a meno di rimanere colpito dalla bellezza del suo piccolo arcipelago, facilmente visitabile con una piccola imbarcazione, ma anche di rimanere incuriosito dal più distante e imponente Basiluzzo. Di quest’isola si conosce ben poco e potremmo definirla, non a caso, un’isola misteriosa.
Perché? Perché le sue coste, il suo interno e le sue acque cristalline sono colme di storia che ci racconta di segreti geologici e archeologici, di lava fuoriuscita delle viscere della Terra e dal mare e di antichi romani venuti fin qui per abitarla.
Il suo ambiente si è preservato nei secoli ed è giunto fino a noi selvaggio e incontaminato, ignorando ere industriali e spaziali, computer e altre diavolerie tecnologiche del nostro tempo…
La sua visita riserva ancora il fascino della scoperta anche al più distratto dei visitatori del XXI secolo. Non è facile descrivere in poche righe le sensazioni che ci può dare Basiluzzo, per questo non ve le svelerò del tutto, proprio per lasciarvi il gusto di farlo voi stessi.
Respirando la sua aria, assaporando i suoi profumi, ascoltando il canto del vento e la musica delle onde tra le sue irte scogliere, vi immergerete nella sua dimensione, sentendolo alla fine parte di voi stessi. La sua atmosfera lascerà una traccia indelebile nel visitatore che lo accompagnerà nei momenti grigi e caotici della vita cittadina, illuminandoli del caldo sole delle Eolie e facendovi navigare con l’immaginazione lungo le sue coste, spinto dai venti usciti dall’otre di Eolo.
Il suo profilo, che degrada dolcemente verso est, mostra la sua natura vulcanica mentre la sua superficie a terrazzi, indica antiche regolarizzazioni dei suoi terreni. Avvicinandosi, le sue coste ci appaiono in tutta la loro bellezza: alte, frastagliate e inaccessibili.
Un giro intorno all’isola e d’obbligo per vedere la sue magnifiche lave riolitiche, sgorgate dalle viscere della Terra circa 54 mila anni fa, dando luce a questo imponente duomo che porta su di se le tracce delle antiche eruzioni dello Stromboli e di altri vulcani del Tirreno. Ancora oggi le sue acque mostrano i segni di una attività vulcanica incessante: poco ad est di Punta Levante, su un fondale che degrada rapidamente, si possono notare emanazioni gassose dal fondo, che a tratti assumono anche una certa rilevanza.
I fondali, movimentati e profondi, ci raccontano dei grandi sconvolgimenti geologici da cui sono nati le isole Eolie. Canyons sottomarini, grotte, secche e pareti a picco, sono l’habitat ideale per il pesce stanziale e di passo. Qui è possibile incontrare branchi di delfini e di barracuda, ricciole, murene, cernie…
Presso Cala Levante si può ammirare una antica banchina portuale, sommersa, di epoca romana, una volta di servizio alla villa che esisteva sull’isola. Oggi questo molo si trova a circa 4 metri di profondità e la sua presenza testimonia sia l’antica colonizzazione di Basiluzzo avvenuta durante l’epoca imperiale, sia l’incessante respiro della Terra e del mare che abbassandosi l’una e innalzandosi di livello l’altro, hanno cambiato l’aspetto della costa nel corso degli ultimi 2000 anni. Nuotare tra queste antiche vestigia ci fa pensare alle antiche navigazioni, ai naufragi e ai tesori sommersi che ancora oggi sono custoditi gelosamente dal mare delle Eolie.
Per salire su Basiluzzo, si deve percorrere un breve tratto di costa a partire da Punta Levante, navigando verso ovest, fino a raggiungere una piccola e stretta insenatura. Qui esiste ancora un antico e franoso sentiero che si inerpica fino alla superficie dell’isola. Poi, attraversando piante di capperi, di fichi d’india e nidi di gabbiani costruiti tra le rocce erose dal vento, continua incerto verso la sua sommità, fino a un crocefisso in ferro, costruito su un vecchio pilastrino geodetico dell’Istituto Geografico Militare.
Lungo il cammino, il sentiero mostra a tratti l’antica pavimentazione di epoca romana e poi cisterne, muri e resti di mosaici di ambienti di una grande villa che una volta occupava gran parte della superficie dell’isola, oggi purtroppo distrutta dal tempo e dai saccheggi.
Nel punto più alto e panoramico si possono ancora vedere piccole porzioni di muro in opera reticolate (opus reticolatum), un mosaico e resti di intonaco colorati nei toni del bianco e del nero.
Non a caso la villa era stata costruita fino alla sommità dell’isola, perché da qui si può godere un panorama di rara bellezza: subito in basso si erge maestoso lo scoglio Spinazzola, circondato da acqua blu, cristallina e profonda; a nord lo Stromboli con il suo alto e nero cono vulcanico, a tratti fumante; a sud-est le tranquille e vicine Panarea, Salina e Lipari; poi la più meridionale Vulcano e le più lontane isole occidentali Alicudi e Filicudi. Non si può che rimanere estasiati dalla bellezza del panorama e la vista si confonde con il volo e le grida dei gabbiani che volteggiano arditamente lungo la falesia.
Chi sarà stato il ricco romano proprietario della splendida villa? Forse un imperatore? Forse venne usata come luogo strategico per il controllo militare delle Eolie e del Tirreno? Perché Basiluzzo fu abbandonato? Forse a causa delle incursioni dei pirati? Forse per sconvolgimenti tellurici o vulcanici che allontanarono gli abitanti? Ancora oggi non sappiamo rispondere a queste e ad altre domande, perché la storia non riporta che frammentarie notizie su quest’isola che sarà ancora a lungo misteriosa e affascinante.
Note per chi vuole visitare Basiluzzo
Prima di tutto delle raccomandazioni: siete ospiti di Basiluzzo, quindi rispettatelo perché è anche vostro. Non lasciate rifiuti ne in terra ne in mare, non disturbate i gabbiani e non prelevate o danneggiate alcuna parte dei resti dell’antica villa romana o del molo sommerso, nemmeno le parti apparentemente più insignificanti!
Per la escursione su Basiluzzo è consigliabile essere accompagnati da una guida locale (30 minuti circa dal termine della salita dal mare fino alla cima) e occorre indossare scarpe adeguate (tipo trekking o quantomeno sportive). Il sentiero che dal mare conduce fino alla superficie (20 minuti circa) è franoso e pericoloso, così anche le sue falesie, quindi camminate a distanza di sicurezza da queste!
Per la immersione al molo sommerso non servono attrezzature particolari, ma solo maschera e pinne. Per chi ama il volo, un giro con l’elicottero vi consentirà di godere la vista dall’alto sia di Basiluzzo che dell’intero arcipelago di Panarea.
Basiluzzo nell’800
Tratto da:
Liparischen Inseln
Viertes hefp:
PANARIA
Prag
Druck und verlag von heinr. Mercy.
1895